Le InstallAzioni di LuLynART diventano archivi della memoria.I materiali e gli oggetti del luogo in cui abitano e ospitano l'evento, prendono una nuova identità concettuale in una forma artistica polifunzionale dove attraverso l'azione "l'opera" ri-vive la sua storia. Costruzioni e de-costruzioni che come puzzle accompagnano eventi performativi, dove il fruitore è parte integrante dell'azione stessa, tra gesti e movimenti, il coinvolgimento è totale.
Il corpo è il primo luogo abitato, pre-logico, appartenente all’esperienza della comunicazione non-verbale. Il corpo rende possibile l’UTOPIA, la trasformazione, identificazione con ciò che ci accade e ci circonda. Subendo utopicamente cambiamenti , eventi, rimarginazioni e ogni volta RI-VESTENDOSI. Le trasformazioni diventano così simbolo del “luogo (topos) che non c’è”; utopia del corpo, ferito e curato, attraverso sovrapposizioni di esperienze indossate: i nostri diversi ABITI.
L’entusiasmo insegue nel gioco l’origine della passione.Impulso di un legame originario.TU-TU: una scoperta.Con la regola da eseguire tutto cambia. Il fervore si incanala in schemi tanto da rompere il legame. Così resta solo un TU.Il tempo può far recuperare, esplorando diverse identità.
Convulsa-Mente legati: vivere in maniera convulsa i legami. Storie di diversità relazionale. Vanità dell’esistenza (relazione del Narciso) Driin 612 (o)b. (relazione di coppia) Meteore (relazione collettiva)
"I legami come fili, una rete che unisce il ricordo di una foto, tra oggetti che animano le performances, bigliettini lasciati dal fruitore appesi da mollette. Come la quotidianità appende il nostro ricordo"
Crea due istallazioni che per una notte hanno vissuto e animato l'interesse dei 1000 invitati
della mega festa Capitolina.
"Il luogo, lo spazio, la sede che per anni ha visto, sentito, raccontato e scritto si presentava così diversa da una normale redazione, l'intervento creativo non è nato per cambiare o modificare quello status tra spazio e tempo, ma semplicemente immortalare il ricordo di un vissuto che pur non appartenendomi si respirava e mi coinvolgeva. Dentro due spazi nati dalla rientranza dell'architettura stessa mi sono tuffato tra la mia creatività e la realtà . Mentre operavo tra l'azione e la contemplazione, mi rendevo conto di trovarmi dentro il cuore dei ricordi di coloro che mi osservavano e che cercavano di dare un' ordine all'organizzazione dell'evento. Come un randagio mi sono spostato, cercando di frugare nei cassetti, negli armadi, nei libri, alla ricerca di più cose , di più oggetti, di più elementi da assemblare e mette insieme.
Il puzzle si è completato da solo, con l'aiuto degli stessi uomini- giornalisti che per un giorno si sono spogliati dei loro ruoli lavorativi per poi prestarsi all'arte stessa.Inconsapevolmente erano partecipi del mio lavoro, portavano e chiedevano se quell'oggetto da loro ritrovato mi potesse servire... la loro disponibilità era il loro ricordo legato a quello stesso oggetto. Muovendomi ho scoperto come una redazione è un non-luogo, come la vita di ognuno è chiusa in un cassetto, apri e scopri un vestito che ti è stato regalato dal tuo migliore amico(chissà ), non ti piace, non lo butti , ma lo stipi in ufficio!
Ma quante cose possiamo conservare?
Con quegli stessi oggetti polifunzionali, con quelle stesse pagine, con il colore, ho racchiuso con delle corde il mio intervento.
Concettualmente ho tentato di contenere e far intravedere all'osservatore "curioso", gli spaccati di una vita vissuta, raccontati in un atto creativo".
LulynART/2008
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